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Balarm.it – C’è chi lo ricorda e chi (ancora) non sa cos’è: così “u piattinu ri salumi” rivive a Palermo

Da un ricordo nostalgico e dalla voglia di farlo conoscere alle nuove generazioni, oggi la città si riappropria di quello storico piattino grazie a una nuova putìa contemporanea

Porte aperte, musica di sottofondo. Tavolini e sedie dal gusto vintage che ti accolgono.

Souvenir, oggetti dall’evidente richiamo siciliano e cartoline appese che rimandano a un caos che è tale solo in apparenza. Un grande bancone che unisce perfettamente lo stile tipico di un antico salumificio a quello di un moderno cocktail bar.

È qui che, come in un magico viaggio nel passato, ci si ritrova catapultati in una dimensione altra che i più nostalgici (e anche più grandicelli) associeranno subito a un determinato periodo storico.

Stiamo parlando di quell’epoca, vissuta sicuramente dagli over 50, in cui a Palermo non esistevano ancora nè supermercati nè centri commerciali. Di quando la spesa si faceva nelle piccole botteghe a conduzione familiare, le famose “putìe“, e di quando il salumiere era quasi uno di famiglia che ti invitava all’assaggio.

Non c’erano salumi e formaggi confezionati e pronti all’uso. Tutto si vendeva sfuso e per questo motivo, la richiesta che il gastronomo riceveva più spesso era quella del famoso “piattino ri mille lire” (ma anche di due, tre e cinquemila lire): un piatto misto di affettati e formaggi, scelti dal salumiere e pronti per essere gustati sul posto o per essere portati a casa e “cunzati” in un bel panino.

Data pubblicazione, 5 Aprile 2022

Balarm.it – Federica Cortegiani

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BALARM – Sembra Cuba ma non è: “Locale Palermo”…

Dettagli Locale Palermo Osteria Ristorante

Sembra Cuba ma non è: “Locale Palermo”…profuma di Sud del mondo ma è ancorato a Palermo

Ricorda le case particular di Cuba o le case cortigiane del Messico con colori forti che si estendono per circa 500 metri quadrati tra cortile esterno, cocktail bar e il ristorante.

 

Entrando si è subito avvolti da un’atmosfera familiare e rilassante, ma non è solo l’arredamento a conquistare i tanti avventori che varcano la soglia di “Locale, in via Guardione 88 a Palermo, ma la cura e la perfezione che si ritrova nei dettagli. Ricorda le case particular di Cuba o anche le antiche case cortigiane del Messico con colori forti che si estendono per circa 500 metri quadrati tra cortile esterno, cocktail bar e il ristorante al primo piano.

Stanze, spazi, angoli che si svelano a poco a poco, passo dopo passo, dai divani, alle sedie, passando per le maioliche antiche, tutto diverso, tutto frutto di un’attenta ricerca che regala un’anima a quello che sarebbe stato solo uno spazio. Un luogo che è tanti luoghi quante le proposte per passare ore all’insegna della spensieratezza, della musica e del buon cibo. Varcato quel portone si è catapultati in uno spazio senza tempo dove tutto ha un suo tempo lontano dal caos della città.

“Locale” è un progetto della famiglia Bellavista, di Daniel, sua sorella Greta e di papà Maurizio, il nome scelto per il locale (scusate il gioco di parole), raccontano i Bellavista: «È sorto spontaneamente, perché oltre a definire uno spazio definisce un concetto chiaro e cioè tutto quello che si trova in menù ha una forte accezione local sebbene subisca il fascino delle contaminazioni di tanti altri paesi del mondo».

Daniel ha vissuto dieci anni all’estero che gli sono serviti come spunto creativo per riportare tutto quello che lo ha colpito, ben annotato in alcuni diari disseminati per il “Locale”. «Ognuno di noi aveva il suo lavoro. – racconta Daniel – Io lavoravo da diversi anni come manager in locali tra Ibiza, Londra e Milano. Greta, laureata in disegno grafico, collaborava con una nota rivista palermitana e papà dopo tanti anni nel settore alberghiero gestiva realtà importanti del panorama cittadino, come il Circolo Ufficiali. Ma mancava qualcosa, mancava realizzare il sogno di nostro padre, quello di aprire un’attività di famiglia che ci permettesse di lavorare tutti insieme. Quindi abbiamo deciso di investire nella nostra terra con un concept tutto nostro».

Un inno alla bellezza del sud del mondo, dalle proposte culinarie fatte per essere condivise come i famosi “piattini” (che ricordano le tapas spagnole) consigliati per cominciare un pasto con la condivisione del cibo, passando per i cocktail internazionali proposti in chiave local, per arrivare al cuore pulsante che è la cucina a vista da dove escono piatti che oltre a raccontare la Sicilia, grazie agli accostamenti insoliti e creativi delle materie prime, stupiscono il palato di chi li assapora. Un’osteria cool o bistrot contemporaneo dove sentirsi a casa è d’obbligo senza tralasciare la professionalità.

Passione e calore si intrecciano creando trame di piacevolezza e dopo averlo scovato non si può fare a meno di tornare, perchè come diceva la cantante sudamericana Chavela Vargas, che in questo contesto calza proprio a pennelo: «Si ritorna sempre nei luoghi in cui si ha amato la vita».

Data pubblicazione, 05/06/19

BALARM – Alessia Rotolo Giornalista

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